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Materie prime ed energia nella policrisi: analisi di uno scenario complesso

Materie prime ed energia nella policrisi: analisi di uno scenario complesso

25 giugno 2025

Incertezza, volatilità e tensioni commerciali e geopolitiche caratterizzeranno le materie prime, in particolare nel settore energetico, in questi mesi estivi. È quanto emerge dal nuovo report di Daniela Corsini, Senior Economist del Research Department di Intesa Sanpaolo.

Per il petrolio (Brent), il mercato è influenzato dagli sviluppi in Medio Oriente, con recenti attacchi tra Israele e Iran che hanno causato picchi di prezzo temporanei (fino a $81,40). Tuttavia, l'offerta mondiale è considerata sufficiente a compensare eventuali interruzioni. L'OPEC+ sta progressivamente eliminando i tagli volontari, ma possiede ancora una significativa capacità di riserva per aumentare la produzione se necessario. La produzione globale è in crescita, trainata da paesi non-OPEC+ come Guyana e Brasile. A lungo termine, i prezzi delle fonti fossili tradizionali potrebbero avviarsi verso un lento declino, con mercati potenzialmente in surplus strutturale dalla fine del decennio. La previsione per il Brent è un'oscillazione tra $60 e $85 dollari, con una media attesa di $70 per il secondo semestre 2025 e per il 2026.

Per il gas naturale (TTF), le scorte europee sono inferiori alla media stagionale, nonostante le abbondanti consegne di gas naturale liquefatto (GNL). La situazione è aggravata dai maggiori consumi, dai problemi nei flussi norvegesi e dall'interruzione delle forniture russe via Ucraina dal 1° gennaio 2025. La Commissione Europea mira a eliminare gradualmente tutte le importazioni di gas russo entro la fine del 2027. I prezzi del gas naturale TTF sono attesi in un intervallo di €30-50 per MWh in estate, con una media di circa €40 nel 2025, e i rischi rimangono sbilanciati al rialzo. Negli Stati Uniti il benchmark Henry Hub è previsto in crescita grazie all'aumento delle esportazioni di GNL.

Oro e metalli preziosi dovrebbero beneficiare dell'attuale fase di mercato. L'oro potrebbe raggiungere nuovi massimi nel 3° trimestre 2025. Anche argento e platino potrebbero registrare incrementi significativi, grazie alla crescente domanda di ETF e alla sostituzione dell'oro nella gioielleria, specialmente in Asia.

Il comparto dei metalli industriali sta subendo forti distorsioni e volatilità a causa delle tariffe statunitensi. L'esempio del rame è significativo: la minaccia di dazi ha spinto gli operatori a spostare le scorte verso gli Stati Uniti, drenandole dall'Europa, e ha causato un rapido calo delle scorte disponibili e una scarsità preoccupante.

Nonostante l'incertezza sulla domanda globale, l'offerta rimarrà limitata a causa di interruzioni nelle miniere e sottoinvestimenti strutturali. Per questo, si prevede che quasi tutti i metalli di base chiuderanno l'anno con prezzi superiori agli attuali, sebbene la situazione tariffaria possa mantenere alta la volatilità estiva.

Le merci agricole hanno subito pressioni ribassiste per timori di un rallentamento della crescita globale e dei consumi. Ma se le preoccupazioni sulle guerre commerciali si allentassero, i prezzi agricoli potrebbero recuperare terreno e chiudendo l'anno su livelli superiori al primo trimestre 2025. L'eccezione sono cacao e caffè: i loro prezzi elevati dovrebbero favorire un riequilibrio tra domanda e offerta, riducendo il loro deficit nei prossimi trimestri.

Scarica il Report di Daniela Corsini

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